domenica 27 gennaio 2008

Intervista: Kaso

Intervista concessa da un portale di graffiti che conoscete sicuramente: Urbantrash.net!

Quando e perché hai iniziato a dipingere? Che tipo di
influenze hai subito?

Ho iniziato a dipingere intorno al 1994, il disegno è stato sempre una mia passione.
La motivazione è stata un mix di voglia di esprimermi con una competizione, soprattutto con me stesso.
Potresti descrivere la scena dei graffiti dei tuoi inizi?
Quali erano i suoi principali protagonisti e come è
cambiata in questi anni?

Nel 1994 dalle mie parti, Genova, la scena era abbastanza underground, erano poche le persone a dipingere, ma molto serie, sicuramente in qualche modo ci conoscevamo tutti.
I writerz di quel periodo erano molto attivi e molti di quelli hanno lavorato molto sul loro stile.
Al momento vedo diversi writerz attivi per Genova, sicuramente non sono la persona adatta per descrivere la situazione di adesso.
Un dipinto, un film e un libro che hanno cambiato il tuo
modo di vedere le cose.

Direi che i libri dell’artista Kandinsky, come “Spirituale nell’arte” e “Punto linea e superficie” mi hanno aiutato nella mia crescita. Come film, decisamente “BLU” , di Derek -Jarman e “Last of England”
Che tipo di tecnica utilizzi nel realizzare i tuoi lavori?
La tecnica che utilizzo per i miei lavori è molto semplice, bomboletta spray e basta….non ho mai utilizzato nessun altro tipo di strumento. Al momento sto sperimentando altri metodi di colorazione come il pennello ma sono solo nuove sperimentazioni.
Decisamente il mio stile sulle lettere è stato sempre basato sulla percezione tra interno ed esterno dei caratteri, tra percezzione dello spazio negativo e composizione.
Al momento non mi curo più del disegno delle lettere ma preferisco una totale astrazione dove decisamente mi sento molto a mio agio.
Quali pensi siano le prospettive future per il writing? In
che cosa si evolverà il writing, se si evolverà, secondo
te?

Decisamente il writing si sta evolvendo come ogni forma d’arte.
A mio avviso sicuramente la Street Art e l’ausilio di nuovi supporti tecnologici per il writerz saranno una possibile evoluzione del movimento.
Cosa conta nel writing il fattore illegalità?
Penso l’atto di disegnare il proprio nome, di raccontare una storia o un pensiero, di crearsi un proprio spazio e la comunicazione siano fondamentali in ogni uomo. Inoltre la competizione nel writing è molto importante, sopratutto per molti giovani che si avvicinano a questa arte … con questo penso di aver detto tutto.
Di contro però da qualche tempo assistiamo a un processo di “legalizzazione” per quanto riguarda il fenomeno writing. Che cosa ne pensi?
Direi che è un processo inevitabile. Il wiriting a mio avviso deve essere riconosciuto come ARTE, perchè questo è, da decenni con la sua storia, valori, nomi etc…. Il riconosciemento nella società mediaitica passa sempre attarverso i media, l’importante è che i wirters comunichino il giusto messaggio e in qualche modo ne siano i difensori e i protagonisti.
Il writing per te dovrebbe comunicare qualcosa?
Il writing dal mio punto di vista è media, una estensione dei nostri corpi e del nostro sistema nervoso. Questo è il messaggio.
Quali sono le tue aspirazioni future?
Essere felice
A cosa stai lavorando ora? Che progetti hai in mente?
Sto lavorando a una mia idea riguardo alla rigenerazione dei Graffiti (vedi il mio sito per più info www.kaso.it).
Inoltre promuovo un sito per la ricerca e la sperimentazione nel writing: www.abstractgraffiti.net
Hai qualche consiglio da dare ai lettori di urbantrash.net e ai giovani che hanno appena iniziato a dipingere?
Amore e dedizione

martedì 22 gennaio 2008

Foto graffiti: Berets (Milano)

Galleria di Berets, Skl Crew di Milano. Le foto sono state gentilmente offerte da un portale di graffiti

berets graffiti









lunedì 21 gennaio 2008

Foto graffiti: Zero (Milano)

Galleria di Zero. Le foto sono state gentilmente offerte da Urbantrash.net

graffiti foto

graffiti

zero

zero graffiti









domenica 20 gennaio 2008

Intervista: Eron

Davide Salvadei, in arte Eron, è tra i principali esponenti della scena italiana dell’aerosol art e del writing. Riminese, classe 1973, ha iniziato a dedicarsi al graffiti-writing sul finire degli anni Ottanta, ma la sua arte non si è fermata ai muri. Ha vinto numerosi concorsi, realizzato pannelli per manifestazioni, programmi tv e scenografie di film tra cui “Da zero a dieci” di Luciano Ligabue. Per due anni è stato eletto miglior writer italiano dalla rivista hip hop specializzata “AL” (ora chiusa).

Decori locali e, come molti tuoi colleghi, hai collaborato alla realizzazione di linee di abbigliamento. Si vive con l’aerosol art?
Ho cominciato a praticare l’aerosol art per pura passione. Adesso riesco anche a viverci ed è la mia unica occupazione.
Cosa rappresenta per te quest’arte? Ha lo stesso valore di quando hai iniziato a dipingere?
Sicuramente adesso ha acquistato ancora più valore sotto molti aspetti, anche se per poterci vivere ho dovuto darmi delle regole organizzative imponendomi quasi un “orario d’ufficio”, con conseguenti giorni di riposo, per riuscire a lavorare bene e con una certa costanza. Tutto ciò non ha comunque influito negativamente sull’aspetto artistico del mio lavoro, anzi, credo che il fatto di avere delle scadenze e dei tempi di consegna da rispettare abbia potenziato la mia creatività.
L’arte dei graffiti e la musica hip hop sono strettamente legati. I media paiono iniziare a reinteressarsi del fenomeno. Cito lo speciale di RaiTre “Hip Hop Generation”. Credi che la riscoperta possa influire scena italiana dei writers?
Penso che ogni manifestazione pubblica che riguarda la cultura dell’hip hop, in tutte le sue forme artistiche, sia tuttora molto contagiata per le nuove generazioni di writers, breakers, rappers e dj’s.
Sei mai stato beccato mentre dipingevi?
In passato è successo più volte, ma per fortuna ogni episodio si è sempre concluso più o meno bene. Nell’agosto del 1991 la polizia ferroviaria di Rimini sparò diversi colpi in aria per impedirci la fuga dopo che avevamo dipinto un vagone nel deposito centrale. Ci arrestarono, ma ci rilasciarono quasi subito archiviando il caso.
Che differenza c’è tra disegnare su un muro o sul vagone di un treno rispetto a una tela?
La differenza è che sulla tela devi fare tutto da solo… sul treno parte dell’opera è data dal contesto circostante nel senso che c’è un’armonia di contrasto tra il dipinto colorato e l’ambiente grigio e meccanico delle ferrovie che completa l’opera.
Sul tuo sito si parla di “Quest’arte etichettata come una forma di vandalismo”. Dipingere sui treni non lo è?
Penso che il fascino dell’aerosol art e del writing sia dato proprio dal fatto che è praticato illegalmente e in luoghi più o meno impensabili. Il fatto che oggi vi siano persone che scrivono su monumenti o vetrine di privati non lo condivido, ma esiste. Forse è l’evoluzione del writing, o forse più che la nuova generazione di writers è la “degenerazione” del writer. Libero.it

Per poter vedere qualche opera di Eron vai nella sezione Street art di UTGraffiti.

Graffiti Writing. Cos'è?

l Graffiti Writing, spesso erroneamente definito Graffitismo, è una manifestazione sociale, culturale e artistica diffusa in tutto il pianeta, basata sull’espressione della propria creatività tramite interventi sul tessuto urbano. Correlata ad essa sono gli atti dello scrivere il proprio nome d’arte (tag) diffondendolo come fosse un logo. Il fenomeno prende le mosse dalla pittura murale (murales - disegni su muro), e viene spesso associato ad atti di vandalismo, poiché numerosi adepti utilizzano come supporti espressivi mezzi pubblici o edifici di interesse storico e artistico. Generalmente, il nocciolo di writers più vicini ad un serio lavoro di ricerca artistica considerano tali attività deprecabili, dimostrando anche nella scelta del supporto per la pittura una maggiore responsabilità e consapevolezza. Resta tuttavia una gran quantità di adolescenti, chiamati nello slang sucker, poser, scarsi, scrausi, estimatori, rimastini e quant’altro, che producono solamente trafile di tag, o al massimo throw ups (ovvero tag più elaborate eseguibili in breve tempo) al fine di promuovere il loro nome. Uno tra i più influenti writers della storia e teorico del movimento aerosol art italiano, Phase II, scriveva nel 1999 in un articolo su Aelle, rivista specializzata ora non più alle stampe, “…throw-up: spingere il proprio nome oppure vomito?”.
Graffiti sulla facciata di una casa di Berlino

Nel corso degli anni molti artisti hanno comunque maturato nuove tendenze creative per cui, pur mantenendo radici nel “Graffiti Writing”, si è riusciti a sconfinare nella tipografia, nel design, nell’abbigliamento, contaminando il tipico stile degli anni ‘80 con ideali più razionali e vicini alla grafica. Si parla di tendenze artistiche “Post-Graffiti” in particolare riferendosi alla Street Art, e di Graffiti Design per le influenze oramai evidenti nelle tecniche pubblicitarie e nella moda. È possibile affermare che molti Artisti oramai integrati nel sistema convenzionale del Mercato dell’Arte, traggono il loro valore da esperienze precedenti spesso formalmente illegali. Non è una novità osservando i risvolti delle Avanguardie di primo Novecento, oppure gli happenings degli anni Settanta, tuttavia movimenti del genere non avevano mai raggiunto una scala globale. Il confine fra Arte e Vandalismo e tra Fascino e Illegalità contiene quindi una vasta gamma di sfumature, e ad illuminare il pubblico, spesso capace di interpretare correttamente gli stilemi ed i concetti proposti, ci hanno pensato artisti e designers ormai di fama internazionale come il tedesco Mirko Daim Reissler, l’inglese Banksy, i francesi 123 Klan, lo spagnolo La Mano, l’olandese Neck, l’italiano Eron, volutamente evitando la scena americana, totalmente diversa da quella europea. In Italia possiamo citare (seguendo criterii qualitativi, non quantitativi, e successiva evoluzione e prosecuzione nell’arte o nel design), nella vecchia scuola, Sid, Blef e la fly-girl Dafne da Genova, The Damage Kidz da Milano, Bol23 da Roma, Cento e Zero-T da Firenze, FlyCat da Udine. Nella nuova generazione annoveriamo invece Microbo e Bo103 da Milano, Peeta, Hitness, 17k & la fly-girl Menta e Kemh da Roma e Iabo da Napoli. Le due generazioni citate, sono legate a stili e modi di fare direttamente correlabili al writing degli anni ‘80 e ‘90. È invece ancora in corso la lotta in strada per la generazione dei “graffiti designers”, con due anni di ritardo rispetto alla scena europea.
Da Wikipedia.

Benvenuti

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