domenica 20 gennaio 2008

Intervista: Eron

Davide Salvadei, in arte Eron, è tra i principali esponenti della scena italiana dell’aerosol art e del writing. Riminese, classe 1973, ha iniziato a dedicarsi al graffiti-writing sul finire degli anni Ottanta, ma la sua arte non si è fermata ai muri. Ha vinto numerosi concorsi, realizzato pannelli per manifestazioni, programmi tv e scenografie di film tra cui “Da zero a dieci” di Luciano Ligabue. Per due anni è stato eletto miglior writer italiano dalla rivista hip hop specializzata “AL” (ora chiusa).

Decori locali e, come molti tuoi colleghi, hai collaborato alla realizzazione di linee di abbigliamento. Si vive con l’aerosol art?
Ho cominciato a praticare l’aerosol art per pura passione. Adesso riesco anche a viverci ed è la mia unica occupazione.
Cosa rappresenta per te quest’arte? Ha lo stesso valore di quando hai iniziato a dipingere?
Sicuramente adesso ha acquistato ancora più valore sotto molti aspetti, anche se per poterci vivere ho dovuto darmi delle regole organizzative imponendomi quasi un “orario d’ufficio”, con conseguenti giorni di riposo, per riuscire a lavorare bene e con una certa costanza. Tutto ciò non ha comunque influito negativamente sull’aspetto artistico del mio lavoro, anzi, credo che il fatto di avere delle scadenze e dei tempi di consegna da rispettare abbia potenziato la mia creatività.
L’arte dei graffiti e la musica hip hop sono strettamente legati. I media paiono iniziare a reinteressarsi del fenomeno. Cito lo speciale di RaiTre “Hip Hop Generation”. Credi che la riscoperta possa influire scena italiana dei writers?
Penso che ogni manifestazione pubblica che riguarda la cultura dell’hip hop, in tutte le sue forme artistiche, sia tuttora molto contagiata per le nuove generazioni di writers, breakers, rappers e dj’s.
Sei mai stato beccato mentre dipingevi?
In passato è successo più volte, ma per fortuna ogni episodio si è sempre concluso più o meno bene. Nell’agosto del 1991 la polizia ferroviaria di Rimini sparò diversi colpi in aria per impedirci la fuga dopo che avevamo dipinto un vagone nel deposito centrale. Ci arrestarono, ma ci rilasciarono quasi subito archiviando il caso.
Che differenza c’è tra disegnare su un muro o sul vagone di un treno rispetto a una tela?
La differenza è che sulla tela devi fare tutto da solo… sul treno parte dell’opera è data dal contesto circostante nel senso che c’è un’armonia di contrasto tra il dipinto colorato e l’ambiente grigio e meccanico delle ferrovie che completa l’opera.
Sul tuo sito si parla di “Quest’arte etichettata come una forma di vandalismo”. Dipingere sui treni non lo è?
Penso che il fascino dell’aerosol art e del writing sia dato proprio dal fatto che è praticato illegalmente e in luoghi più o meno impensabili. Il fatto che oggi vi siano persone che scrivono su monumenti o vetrine di privati non lo condivido, ma esiste. Forse è l’evoluzione del writing, o forse più che la nuova generazione di writers è la “degenerazione” del writer. Libero.it

Per poter vedere qualche opera di Eron vai nella sezione Street art di UTGraffiti.

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